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PSN

Piano Strategico Nazionale

IL PIANO NAZIONALE STRATEGICO DELLA PAC

Il nuovo regolamento della Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea 2023-2027 affida ai singoli Stati membri alcune importanti decisioni sulle finalità dell’utilizzo delle risorse finanziarie destinate all’agricoltura per sostenere le aziende agricole e le filiere agroalimentari che si stanno impegnando per garantire la resilienza e sostenibilità sociale e ambientale a lungo termine della loro attività. Tali decisioni devono essere declinate all’interno di un Piano Strategico Nazionale della PAC (in breve PSP).

Attraverso il PSP gli Stati membri devono raggiungere i 9 obiettivi indicati dalla nuova PAC, attraverso la declinazione di tutti gli interventi che la PAC mette a disposizione su i due Pilastri.

Per ciascun obiettivo specifico il PSP deve stabilire i target finali e intermedi ma soprattutto indicare gli interventi per raggiungere gli obiettivi sulla scorta di una solida logica d’intervento suffragata dalla valutazione ex ante e dalla valutazione delle necessità. Per ogni intervento ogni Stato Membro dovrà specificare come essi contribuiscono al raggiungimento dei target sia in termini di azioni che di budget.

Per quanto riguarda le ambizioni ambientali la strategia di intervento dovrà evidenziare la coerenza della strategia e la complementarietà degli interventi per gli obiettivi specifici fornendo una panoramica dell’architettura ambientale e climatica del piano strategico della PAC che descrive le condizioni di base e la complementarità tra la condizionalità e i diversi interventi che affrontano gli obiettivi climatico-ambientali e  una spiegazione di come l’architettura ambientale e climatica del piano strategico della PAC dovrebbe contribuire ai target nazionali a lungo termine.

La gestione degli interventi dello sviluppo rurale rimarranno di competenza regionale, ma il PSP deve spiegare come si integreranno tra loro gli interventi dei 21 singoli Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) e quanto attuato a scala nazionale.

IL COINVOLGIMENTO DEI PORTATORI DI INTERESSE

Il regolamento della PAC sottolinea tra gli obblighi procedurali all’Art.94 l’importanza del processo di condivisione del PSN.

In primo luogo il Ministero dell’Agricoltura che in Italia è l’organismo che elabora il Piano, deve assicurare che le autorità competenti responsabili per l’ambiente e il clima siano adeguatamente coinvolte nella preparazione degli aspetti climatico-ambientali del piano.

Così come nell’attuale programmazione ogni stato deve costruire un partenariato che deve includere, oltre le autorità pubbliche e le parti economiche e sociali, obbligatoriamente anche gli organismi pertinenti che rappresentano la società civile e quindi le associazioni ambientaliste. Questi soggetti devono essere coinvolti anche nella fase di preparazione del Piano.

Purtroppo in Italia non si è verificato un reale e fattivo coinvolgimento delle autorità ambientali, relegate a semplici portatori di interesse, e anche il coinvolgimento del Partenariato Socio-economico è stato carente sotto molteplici punti di vista.

LE PROPOSTE DI CAMBIAMOAGRICOLTURA

La Coalizione CambiamoAgricoltura già nel luglio 2018 ha presentato i suoi 10 punti programmatici per la programmazione 2023-2027, che possiamo così sintetizzare:

  • Salvaguardia della biodiversità attraverso la promozione delle infrastrutture verdi
  • Incremento dell’agricoltura biologica
  • Modifica del sistema zootecnico al fine di ridurre le emissioni climalteranti e garantire il benessere animale
  • Tutela delle Aree natura 2000
  • Salvaguardia della Sostanza organica del suolo
  • Salvaguardia del Paesaggio
  • Tutela della biodiversità agricola

Il dettaglio delle nostre proposte è contenuto nel nostro MANIFESTO.

L’ITER DEL PIANO STRATEGICO NAZIONALE

L’Italia ha presentato alla Commissione Europea la prima bozza di Piano il 31 Dicembre 2021. A seguito delle osservazioni inviate dalla CE a marzo 2022 il nostro Paese sta rivedendo i contenuti del piano che dovrà essere inviato in via definitiva entro la fine di luglio 2022 per entrare in vigore il 1° Gennaio 2023.

Nel frattempo le Regioni e province autonome stanno redigendo i propri PSR, che saranno parte integrante del PSP.

Tutti i documenti ufficiali relativi al PSP e al tavolo di coinvolgimento del Partenariato sono visionabili nella pagina dedica sul sito della Rete Rurale Nazionale.

IL GIUDIZIO DELLA COALIZIONE

La Coalizione CambiamoAgricoltura ritiene che la strategia descritta nei primi paragrafi, e sottesa a tutto il PSp, è una sostanziale riproposizione dell’attuale modello dei sistemi agro-alimentari, e non aspira ad una transizione in senso agroecologico dell’agricoltura nazionale, come auspicato invece dalle strategie europee e richiesto dai cittadini.

Ad esempio, per la distribuzione dei pagamenti diretti si ripropongono vecchi criteri, dai prevedibili risultati inefficaci per una più equa ripartizione delle risorse pubbliche della PAC, quando sarebbe necessario garantire un valore costante ad ettaro, con massimali definiti per le grandi aziende, in modo da disincentivare la concentrazione fondiaria che non ha portato ad economie di scala ma ad una crescente dipendenza delle aziende al mercato finanziario nell’impossibilità di sostenere gli elevati costi di personale e di ammortamento degli investimenti; perseguendo un modello di sviluppo aziendale industriale che non si adatta alle condizioni pedo-climatiche e produttive italiane e non è in grado di valorizzare le agricolture di qualità del nostro paese. È inoltre particolarmente grave l’impostazione degli eco-schemi che rivelano la finalità prevalente di compensare la riduzione dei contributi ai settori ritenuti penalizzati dalla revisione dei titoli storici e dalla convergenza interna. Gli eco-schemi dovrebbero invece premiare gli impegni volontari degli agricoltori per il contrasto dei cambiamenti climatici, la tutela della biodiversità e dell’ambiente. 

Gli impegni previsti in particolare per l’eco-schema 1 e l’eco-schema 3 appaiono inefficaci rispetto a questi obiettivi, con una dotazione finanziaria sovrastimata e non giustificata dall’entità degli impegni e dai prevedibili risultati. Esclusivamente al fine di assicurare un'adeguata compensazione per i settori della zootecnia e dell’olivicoltura. Particolarmente grave l’assenza di un ecoschema dedicato al mantenimento delle aree naturali negli agro-ecosistemi.

Per quanto riguarda gli interventi gli interventi del Secondo Pilastro si riscontra una forte disparità con i premi attribuiti agli eco-schemi, che prevedono analoghi impegni con finalità simili, riducendo così anche l’efficacia di interventi potenzialmente utili.

Negativo anche il giudizio sul al sistema della conoscenza (AKIS) a servizio della competitività e della
sostenibilità ancora legato a forme privatistiche e dove scarsa attenzione viene data alle sia importante  forme di ricerca-azione partecipata.

Le analisi e le proposte della Coalizione sono disponibili nella sezione Download di questo sito.

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